Quando tamoxifene è somministrato in associazione a farmaci citotossici, il rischio di episodi tromboembolici risulta aumentato. Reazione da rievocazione di irradiazione è stata osservata molto raramente in pazienti trattate con tamoxifene. Lupus eritematoso cutaneo è stato osservato molto raramente in pazienti trattate con tamoxifene. L’impiego di tamoxifene durante l’allattamento non è consigliato in quanto dati limitati suggeriscono che Sertam e i suoi metaboliti attivi siano escreti e si accumulino nel tempo nel latte materno. La decisione di interrompere l’allattamento o la terapia con Sertam deve tenere conto dell’importanza del medicinale per la madre.
L’effetto del tamoxifene sul metabolismo e l’eliminazione di altri agenti citotossici che sono attivati da tali enzimi, come la ciclofosfamide, è ignoto. L’uso concomitante di tamoxifene e letrozolo, un inibitore dell’aromatasi, ha portato ad una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di letrozolo del 37%. In caso di interruzione definitiva del trattamento richiesta dal medico, il farmaco rimanente deve essere gettato negli appositi contenitori in farmacia per la raccolta differenziata dei medicinali. L’escrezione del tamoxifene avviene principalmente per via fecale e un’emivita di eliminazione è stata calcolata pari a circa 7 giorni per il farmaco immodificato mentre per l’ N-desmetil-tamoxifene, il principale metabolita in circolo, è risultata pari a 14 gg. Porfiria cutanea tarda è stata osservata molto raramente in pazienti trattate con tamoxifene. Tamoxifene è stato associato a variazioni dei livelli degli enzimi epatici e in rari casi a un quadro di più gravi anormalità epatiche, in alcuni casi fatali, tra cui fegato steatosico, colestasi ed epatite, insufficienza epatica, cirrosi e danno epatocellulare (compresa necrosi epatica).
Questa distinzione è fondamentale poiché la produzione di estrogeni è diversa nelle due fasi della vita di una donna. Gli effetti collaterali più frequenti del tamoxifene sono le vampate di calore (caldane) e la secchezza vaginale. Altri effetti collaterali (aumento di rischio trombotico e tumore endometriale) sono piuttosto rari, seppure il beneficio del farmaco ecceda il rischio di tossicità. Cara signora, alcuni tipi di tumore al seno hanno elevata sensibilità ad ormoni come gli estrogeni. Le cellule del suo carcinoma esprimono dei recettori a cui si legano gli estrogeni, questo legame ormone-recettore potrebbe stimolare la proliferazione delle cellule tumorali. La ricerca ha coinvolto 500 donne con cancro della mammella non invasivo (carcinoma duttale in situ o DCIS) o con lesioni precancerose (carcinoma lobulare in situ, iperplasia duttale atipica) sottoposte a intervento chirurgico ed eventuale radioterapia in caso di DCIS.
Nonostante la sua efficacia, l’azione del tamoxifene può essere inibita da diversi fattori, tra cui interazioni farmacologiche, alimentazione e stile di vita. Rappresenta quindi una nuova opzione di trattamento per le tutte le donne che possono trarne beneficio. https://www.totalappliance.com/steroidii-cosa-sono-e-come-influiscono-sul-corpo-12/ La dimostrazione scientifica della pari efficacia delle basse dosi, con ridotti effetti collaterali, apre dunque una nuova era nell’utilizzo del Tamoxifen, il più studiato farmaco preventivo per il tumore del seno.
Il tamoxifene può amplificare l’effetto del warfarin (Coumadin®), un farmaco somministrato per fluidificare il sangue nei soggetti con tendenza alla formazione di trombi. Alcune pazienti si sentono depresse durante il trattamento con tamoxifene, ma ciò può dipendere da altre cause. Sono abbastanza frequenti all’inizio del trattamento, ma tendono a scomparire dopo le prime settimane. La nausea scompare spesso spontaneamente, ma se persiste può essere trattata con efficacia con i farmaci detti antiemetici.
Le pazienti devono essere informate della necessità di evitare una gravidanza durante il trattamento con tamoxifene e, se sessualmente attive, devono usare contraccettivi di barriera o altri metodi contraccettivi non ormonali. In associazione al trattamento con Sertam sono state riportate severe reazioni avverse cutanee (SCARs, severe cutaneous adverse reactions), che includono la sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e la necrolisi epidermica tossica (TEN), che possono essere pericolose per la vita o fatali. Al momento della prescrizione i pazienti devono essere informati dei segni e dei sintomi e monitorati attentamente per le reazioni cutanee. Se compaiono segni e sintomi indicativi di queste reazioni, Sertam deve essere sospeso immediatamente e deve essere preso in considerazione un trattamento alternativo (come appropriato).
Alcuni studi suggeriscono che il tamoxifene possa causare un aumento di peso a causa della sua azione estrogenica sul tessuto adiposo. Tuttavia, non esistono studi che dimostrino una correlazione diretta tra la sospensione del tamoxifene e la perdita di peso. Pertanto, è possibile che la perdita di peso osservata da alcune donne dopo la sospensione del tamoxifene sia dovuta ad altri fattori, come cambiamenti nella dieta o nell’attività fisica.
Sono stati riportati rash cutaneo (incluse rare segnalazioni di eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, vasculiti cutanee e pemfigoide bolloso) e comunemente reazioni di ipersensibilità, incluso angioedema. Il tuo medico ti parlerà della tua storia medica per determinare se il tamoxifene è giusto per te. I medici valutano quale approccio sia opportuno seguire in ciascun caso sulla base di diversi fattori. In letteratura, è stato riportato che Nolvadex, somministrato a dosi parecchie volte quella standard, potrebbe essere associato ad un prolungamento dell’intervallo QT dell’ECG.
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